La nostra vita dopo il Coronavirus sarà la stessa?
Credo che non abbia senso illuderci che lo stop a cui siamo sottoposti sia a breve termine. Anche dopo quando sarà passata l’emergenza ci ritroveremo in un limbo, sospesi tra ciò che eravamo come individui e società e quello che saremo, costretti a muoverci in una nuova dimensione a noi ignota. Il distanziamento sociale durerà ben più di qualche settimana. In un certo senso, accompagnerà la vita e il lavoro di tutti per sempre.
Quello che sta succedendo non ha precedenti nell’ultimo secolo, siamo smarriti e preoccupati. Di sicuro dovremmo ripensare qualunque programma importante abbiamo nel cassetto e dobbiamo metterci nell’ottica di un nuovo stile di vita e nuovi modi di consumo che coinvolgeranno innumerevoli settori.
Per fermare il coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo: come lavoriamo, socializziamo, facciamo shopping, facciamo esercizio fisico, ecc.
Alcune cose non torneranno mai più.
Probabilmente ci dovremo abituare nei prossimi mesi a diffidare di bar troppo affollati, delle discoteche e degli hotel, dei ristoranti. Le palestre potrebbero convincersi a puntare di più su corsi online. L’e-commerce – unico medium attualmente disponibile per acquistare ciò che non si trova nel nostro circondario – potrebbe subire uno sviluppo radicale.
I cinema, le sale da thé, i centri commerciali potrebbero installare a tempo indeterminato poltrone distanziate almeno un metro l’una dall’altra, panchine dove ci si può sedere soltanto uno alla volta e così via. È l’inizio di uno stile di vita completamente diverso.
In questo panorama “catastrofico”, dove la vita sociale come la conosciamo lascia il posto al distanziamento e all’allontanamento, dobbiamo avere la forza di inventare nuove opportunità di vita e lavoro. La linea di demarcazione per tornare al passato, alla vita come la conosciamo, sarà l’arrivo del vaccino. Serviranno almeno 12 mesi nelle migliori delle ipotesi. In questo lasso di tempo dobbiamo continuare a vivere e far vivere la nostra economia. La delicatezza del momento storico che stiamo vivendo, richiede la massima collaborazione di tutti gli attori sul mercato.
Dobbiamo affrontare con coraggio questa nuova sfida, lo dobbiamo a noi e alla generazioni future. Possiamo farcela solo se avremo la capacità di cogliere le opportunità che questa catastrofe ci offrirà, per farlo è necessario cambiare.